Da Roma a Istanbul

2. Moschea azzurra
Creato il: 10/12/2010
Data Da: 25/12/2008
Data A: 25/12/2008
Pubblicato: Si
Licenza: Creative Commons License
Nazioni: Turkey
: istanbul
Posti visitati: Ponte di Galata, Colonna di Teodosio, Moschea Azzurra, Sultanahmet

 

Sveglia alle 6,30 un po' assonnati dopo la cena familiare della Vigilia. Alle 8 entriamo nell'aeroporto di Roma Fiumicino e rapidamente facciamo il check-in agli sportelli Alitalia. Siamo un po' preoccupati, nei giorni scorsi sono state annullate decine di voli; incredibilmente, però, il volo parte solo con un lieve ritardo che peraltro recupera nel tragitto.

Non facciamo in tempo ad arrivare ai nastri che le valigie, intatte e tutte, sono già arrivate. L'aeroporto ci ha mandato un pulmino e così in meno di un'ora raggiungiamo l'Hotel Turkoman, accanto all'Ippodromo, nei pressi della Moschea Azzurra, Sultanhamet.

All'arrivo la luce è bellissima, il cielo è nuvoloso ma terso; costeggiamo il Bosforo, pieno di petroliere.

Arrivati in albergo, piccolo e di charme, con le stanze che danno sulla Moschea Azzurra, lasciamo i bagagli e usciamo subito per goderci la città al tramonto.

Attraversiamo l'ippodromo con la colonna di Teodosio e la colonna a serpentina e guadagniamo la Moschea Azzurra, inconfondibile perché è l'unica ad avere sei minareti. E' l'ora della preghiera e dobbiamo aspettare un quarto d'ora per poter entrare. Ci sediamo sui tappeti interni a riposare e ad ammirarne l'imponenza.

All'uscita andiamo in direzione di Santa Sofia. Passeggiando nel piazzale tra le due moschee, mi sembra di stare in uno dei posti più belli del mondo.

Inizia a imbrunire e raggiungiamo il Ponte di Galata, pieno di pescatori e di carretti che vendono il pesce fritto e le castagne arrostite. Sul ponte fa piuttosto freddo. La temperatura non deve superare il paio di gradi.

Cerchiamo poi l'Hotel Hali, non distante, dove abbiamo appuntamento con Serge, il fratello di un'amica di Jérôme, che vive a Parigi e che da trent'anni viene a Istanbul quattro volte l'anno per comprare tappeti e kilim. Andiamo a cena con lui e due mercanti di tappeti in un ristorante che definisce "alla Fellini", Neyzen. In effetti è carino e si mangia bene (antipasti vari, cozze col riso, pesce arrosto e una splendida "crèpe dello chef", farcita con banane e chicchi di melograno).

Un gruppo di sette musicisti, guidati da un vero istrione, fa musica tra i tavoli, intonando canzoni turche non prive di doppi sensi. Alle 22,30 rientriamo in albergo. Uno dei due mercanti turchi ci accompagna in macchina. Il tragitto dura dieci minuti, ma siamo in sette nell'auto.

 

 

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Memo Associati

accomodation

food

Restaurant Neyzen
Capariz Sk. 10/2 Kumpkapi, Istanbul
Tel. (0212) 517 22 93
neyzenrest@superonline.com