Bomarzo e i mostri che non fanno paura a nessuno

L\'orco dalle fauci spalancate_bomarzo
Diario di: Redazione GoTellGo
Autore: GoTellGo
Goteller: Redazione GoTellGo
Categoria: turismo culturale
Creato il: 22/05/2010
Data Da: 29/01/2009
Data A: 29/01/2009
Licenza: Creative Commons License
Nazioni: Italy
: bomarzo
Posti visitati: Parco dei mostri
Parole chiave: Vicino Orsini

Gita di un giorno nel bosco sacro di Bomarzo, in provincia di Viterbo.
Per gli amanti della natura e dell'arte. Adatto ai bambini.

 

E' un parco unico al mondo quello di Bomarzo. DI parchi di mostri ce ne sono altri nei diversi continenti, ma sono tutti artificiali, con attrazioni da lunapark.

Quello voluto da Vicino Orsini nel Cinquecento è invece un vero capolavoro di fantasia e di sorprese. 

Lo si raggiunge lasciando l'abitato di Bomarzo, dominato dall'imponente Palazzo Orsini. 

Si accede al parco vero e proprio dopo aver attraversato un'ampia area attrezzata a pic-nic.

Il parco venne realizzato lungo una serie di terrazzamenti digradanti verso il fondo valle dove, in mezzo a una vegetazione rigogliosa, si stagliano figure fanatastiche intagliate direttamente nel peperino: animali mostruosi, statue colossali, personaggi fiabeschi, a testimonianza di una passione per l'orrido piuttosto diffusa al tramonto del Rinascimento.

Poco si sa di Vicino Orsini - un singolare personaggio, letterato e uomo d'armi poco fortunato, nato il 4 luglio 1523 da Gancorrado e Clarice Orsini - che ideò e fece realizzare il suo progetto tra il 1552 e il 1580 da architetti e scultori più o meno celebri, tra cui Bartolomeo Ammannati, Raffaello di Montelupo, Pirro Ligorio e forse anche il Vignola.

Ma il parco è anche un luogo di meditazione, cui spingono anche le numerose iscrizioni rubricate incise nella pietra, sparse un po' ovunque.

Ma seguiamo il percorso: superata la grande porta sovrastata dallo stemma di famiglia, si incontrano subito due sfingi misteriose.

Poi un vialetto sulla destra conduce  alla statua di Pier Gigante che abbatte un avversario. Nessun timore, la scena è drammatica e d'effetto, ma il mondo di qui non è reale.

Una recinzione non ci consente di ammirare da vicino la colossale tartaruga che sostiene sul dorso una figura femminile e la fantastica testa di mostro infernale dall'enorme bocca spalancata che sbuca tra la vegetazione infestante e umida.

Più vicina si staglia una splendida fontana, sormontata da un Pegaso alato.

Proseguiamo oltre il ninfeo a emiciclo preceduto da una gradinata ed eccoci alla Casetta pendente. Entriamo e immediatamente siamo presi da uno sgradevole senso di vertigine a causa dell'effetto di gravità.

Ma le sorprese maggiori devono ancora arrivare: eccoci nella Platea dei vasi con vari personaggi sparsi: il gigantesco Nettuno barbato o, forse, una personificazione di fiume di fronte al quale si staglia una figura femminile col capo coronato da un vaso, forse Cerere o Anfitrite.

Accanto al Nettuno sbuca dalla roccia l'orribile testa di un cetaceo mostruoso con le fauci spalancate; e ancora una Ninfa dormiente, un drago orientaleggiante assalito da un leone e da un cane, un elefante da battaglia che ci ricorda la discesa di Annibale in Italia, e infine l'Orco, un enorme mascherone dalla bocca spalancata, splendido invito per bambini in cerca di emozioni e avventure. All'ingresso l'enigmatica scritta: "Ogni pensiero vola".

Lasciato questo spiazzo pieno di meraviglie raggiungiamo lo Xisto, delimitato da file di pigne e ghiande decorative con due splendidi leoni araldici a far da guardia.

Poco oltre, una piazzola che dà verso il fondovalle ospita due sirene gigantesche, una alata, una con due code.

Risaliamo lungo la collina ed eccoci all'elegante Tempietto con quattro colonne sulla fronte, addossato a un corpo ottagonale con cupola che secondo gli studiosi venne dedicato da Vicino Orsini alla moglie Giulia Farnese, morta prima di lui.

Pensiamo che l'itinerario sia terminato e invece ecco che prima di uscire, guardando sulla destra, lo sguardo viene catturato da una gigantesca maschera demoniaca, con la bocca spalancata, sormontata da un globo e da un castello, simbolo araldico del ramo orsiniano del principe.

Torniamo nel mondo reale. Prima di uscire siamo attirati da una vecchia foto in bianco e nero dietro la biglietteria. E' un particolare del parco negli anni Cinquanta del Novecento: ancora ignoto, era terreno di pascolo per un gregge di pecore che si attardava intorno al drago e al grosso elefante di pietra.

Lasciato il parco, se non siete troppo stanchi, con la scusa di un caffè, potete dedicare al soprastante borgo di Bomarzo, una breve passeggiata.

Disposto in direzione nord-sud, su un lembo di terra che divide due corsi d'acqua affiancati, alle falde dei Cimini, il paese ha forma allungata.

A sud si estende la piazza centrale, con edifici cinquecenteschi, a nord si erge maestoso il Palazzo Orsini, iniziato nel 1525 e terminato alla fine del secolo. 

Nella sala del Comune si può ammirare un bell'affresco raffigurante il trionfo della Pace sulla Guerra di Anton Angelo Bonifazi, della scuola di Pietro da Cortona.

 

Sito web del parco dei mostri

 

 

 

 

 

Immagini associate

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