Alla scoperta dell'antica Gabii

4. Gabii. Santuario di Giunone Gabina
Diario di: Redazione GoTellGo
Autore: Redazione (Archaeology)
Goteller: Redazione GoTellGo
Categoria: archeologia
Creato il: 04/06/2010
Data Da: 06/06/1992
Data A: 06/06/1992
Licenza: Creative Commons License
Nazioni: Italy
: Pantano Borghese
Posti visitati: Santuario di Giunone Gabina, Chiesa di S. Primo
Parole chiave: pietra gabina

Superato di circa 1.500 metri il bivio per Poli, all'altezza del XII miglio della via Prenestina antica, un viottolo retrostante il ristorante ‘Gabi' e un distributore di benzina, conduce ai resti dell'antica città di Gabii, centro fiorentissimo fino in età repubblicana, celebre per il santuario intitolato a Giunone.

Favorito soprattutto dalla vicinanza con i centri dei Colli Albani, con Roma e con Tibur (odierna Tivoli), la sua fortunata posizione geografica gli consentiva il controllo sulle più importanti vie commerciali dell'Italia centro-tirrenica, ovvero quelle che mettevano in comunicazione la Sabina e la Marsica con

le coste del versante occidentale e quelle che collegavano Umbri ed Etruschi alla Campania tramite la Valle del Sacco e del Liri (almeno fino alla costruzione della via Appia).

Fondata secondo la tradizione dai Siculi, la cittadina laziale divenne in seguito colonia di Alba Longa, entrando nell'orbita di Roma alla fine del VI secolo a.C. allorquando, durante il regno dei Tarquini, venne stipulato un trattato di alleanza, il foedus Gabinus, il cui testo originale, inciso su uno scudo di cuoio, sarebbe stato conservato all'interno del tempio di Semo Sancus sul Quirinale, almeno fino al principato di Augusto.

Non è dimostrato con certezza se la città partecipasse nel 499 a.C. alla famosa battaglia del lago Regillo, combattuta tra Roma e le sconfitte città della lega latina, mentre prese certamente parte alle lotte contro Equi e Volsci nel 462 a.C. e combatté, in alleanza con i Romani, contro Praeneste nel 382 a.C.. Successivamente Gabii ricevette la cittadinanza romana, mantenendosi fiorente soprattutto in età sillana, durante la quale il territorio venne suddiviso tra i veterani; in seguito, perse d'importanza, trasformandosi nella tarda età repubblicana in un piccolo centro suburbano, animato quasi esclusivamente dai facoltosi abitanti delle ville vicine, da mercanti e liberti legati dalle loro attività alla via Prenestina, nonché dalla presenza nelle vicinanze di noti bagni freddi. L'abitato gabino, quindi, a partire dal II secolo a.C., fatta eccezione per il grande santuario dedicato a Giunone, venne quasi completamente devastato con lo sfruttamento delle grandi cave di lapis Gabinus (pietra Sperone), un tufo litoide simile al peperino, spesso utilizzato nell'edilizia della Roma antica.

Non molto rimane della città antica il cui nucleo originario sorse lungo il lato nordorientale dell'antico cratere vulcanico (il lago di Castiglione, attualmente prosciugato), le cui scarpate ne costituivano, insieme alle acque del lago, una difesa naturale. Essa era ulteriormente protetta da due fossati artificiali e da possenti mura in opera quadrata di tufo rossastro con riempimento in schegge di travertino, di cui rimangono pochi resti nei pressi dell'acropoli, localizzabile in prossimità della torre di Castiglione. La struttura, a pianta quadrata, risalente alla metà del XIII secolo, è caratterizzata da un'opera muraria in piccoli blocchi di selce frammisti a tufi e mattoni, da finestrine rettangolari e dalla presenza di alcuni ordini di fori per le impalcature lignee. Insieme ad altre tre torri oggi scomparse, quella superstite era inglobata nell'ampio recinto di un castello, di proprietà della chiesa di S. Prassede.

Proseguendo verso Sud, lungo il viottolo che corre accanto alla riva dello scomparso lago, si giunge nell'area, sita tra il grande santuario e la torre di S. Primo, dove scavi archeologici del 1792, riportarono alla luce i resti del foro, attualmente non più visibili, testimoniando come in epoca imperiale, con lo sfruttamento delle cave, l'abitato si contraesse in direzione della via. I rilievi dell'epoca indicano che esso era costituito da un grande piazzale, collegato su uno dei lati brevi con la via Prenestina e porticato sugli altri. A Nord si riconosceva un tempietto con colonnato e scalinata sul lato anteriore, rivolto verso uno slargo non scavato. Il materiale ivi rinvenuto, tra cui si ricorda la celebre Artemide, detta appunto di Gabii, venne originariamente collocato dal Principe Borghese, allora proprietario dell'area, nella sua villa romana all'interno del Casino dell'Orologio (chiamato Museo Gabino). Successivamente, nel 1807, l'intera collezione venne venduta da Camillo Borghese a Napoleone per essere trasferita al Louvre, dove è ancora conservata.

 Subito dietro l'area forense, eretti sopra un'antica costruzione di epoca romana, si ergono i ruderi della chiesa medievale di S. Primo, utilizzata come torretta di guardia. La parte inferiore della struttura, databile all'XI secolo, è costituita da blocchi mescolati a materiale eterogeneo, mentre quella superiore, risalente al XIII, è caratterizzata da piccoli blocchi regolari e da una cornice di mattoni, a denti di lupo. Della chiesetta vera e proprio rimangono solo pochi resti delle murature.

Il punto focale della visita è rappresentato dal santuario dedicato a Giunone Gabina, come si è potuto desumere dal rinvenimento all'interno di esso di un'antefissa con l'iscrizione IVN (= Iunonis, di Giunone).

Gli scavi effettuati fin dal 1957, ad opera della Scuola spagnola di storia ed archeologia, hanno potuto rilevare come l'area fosse occupata, già durante l'età del Bronzo, da un piccolo abitato costituito da capanne. Nel corso del VII - fine VI secolo a.C., l'edificazione di un piccolo sacello collegato ad un bosco sacro, all'interno del quale emergeva un albero oggetto di venerazione

particolare, costituì il nucleo iniziale del santuario. Esso, così come ci appare allo stato attuale, è frutto di un intervento edilizio avvenuto verso la metà ca. del II secolo a.C. o in un periodo di poco anteriore. Restaurato in epoca imperiale da Augusto ed Adriano, presenta comunque tracce di frequentazione fino al 266 d.C..

Il complesso sacro, orientato NS e sito tra la via Prenestina e l'antica via di Gabii, era cinto da un temenos entro cui si aprivano diversi ingressi. E' probabile che quello principale si collocasse lungo il lato SE del muro perimetrale, dove una strada trasversale, lastricata nell'ultimo tratto,

collegava direttamente la via Gabina con il tempio. La vasta area era divisa in due parti da un muro oggi non più visibile. In quella settentrionale si colloca il tempio, circondato su tre lati da un portico dorico, collegato a due file contrapposte di tabernae. Da notare, davanti ad esse ed in corrispondenza del lato posteriore del temenos, una serie di incassi di forma rettangolare, destinati probabilmente all'alloggiamento di statue.

All'interno dell'area compresa tra i portici, nel tratto posteriore al tempio, si è rinvenuta una grande cisterna sotterranea scavata nella roccia, costituita da una galleria di notevole ampiezza, collegata ad altre dieci di dimensioni minori e a due pozzi simmetrici, che consentivano la raccolta dell'acqua piovana. In tutta l'area inoltre, compresi i tratti che fiancheggiavano il tempio, vennero alla luce due serie di fosse, disposte parallelamente tra loro, interpretabili come i resti del lucus, ovvero del boschetto sacro, caratteristica già nota presso altri santuari italici

La prima serie di 35 cavità doveva ospitare alberi di alto fusto, mentre la seconda, ammontante a 70, era costituita da buche di dimensioni minori e più ravvicinate, probabile alloggio per arbusti, forse di mirto.

Questa seconda sistemazione è quasi certamente attribuibile ad una fase posteriore del santuario, forse concomitante al periodo della colonizzazione sillana, che potrebbe aver visto un'assimilazione tra i culti di Giunone e Venere, divinità quest'ultima, particolarmente venerata dai fedeli di Silla. Una trasformazione del culto in questo periodo è del resto attestata anche dall'ampio numero di ex voto rinvenuti all'interno del santuario, in particolare occhi ed orecchie fittili, oltre a statuette di bovidi.

Va sottolineata la presenza alle spalle del tempio di una cavità molto particolare, un piccolo pozzetto, la cui struttura ha rilevato diverse fasi, una delle quali pertinente senz'altro alle origini del santuario. Il fatto che

esso sia collocato al centro del complesso di epoca ellenistica e presenti, relativamente ai primi due rifacimenti, tracce di un orientamento diverso, ha suggerito che tale elemento, utilizzato forse per l'alloggiamento di un particolare albero sacro, costituisse il nucleo principale e più antico di tutta l'area.

Il tempio, di chiara derivazione ellenistica ma adattato alle necessità locali, si colloca al centro dell'area sacra: eretto su un podio e preceduto da una scalinata, esso è caratterizzato dalla presenza di un colonnato corinzio (quasi

completamente scomparso), lungo la fronte e i lati, elemento che lo qualifica come un periptero sine postico.

All'interno del tempio si apre la cella, molto ben conservata, lungo le cui pareti interne, in pietra gabina, si sono rinvenuti alcuni fori, probabilmente utilizzati per il sostegno di una costruzione lignea in cui era collocata la statua della divinità. Un corridoio ipogeo scoperto tra l'angolo orientale della cella e la parte del podio antistante ad essa è stato differentemente identificato come un particolare tipo di orologio solare oppure come un ambiente collegato ad un oracolo.

Dell'altare, situato di fronte all'ingresso del tempio, si conservano pochi resti, pertinenti a due fasi differenti, durante la più recente delle quali esso fu sopraelevato tramite un podio. Nelle vicinanze si conserva ancora un anello di ferro, utilizzato per legare le vittime da immolare.

Va infine ricordata, sebbene non più visibile, la presenza, nella parte inferiore del santuario, di una cavea semicircolare, identificabile probabilmente con un teatro.

Immagini associate

1. Gabii. Piana di Castiglione
2. Gabii. Cava di Pietra Gabina
3. Gabii. Mura poligonali
4. Gabii. Santuario di Giunone Gabina
4. Gabii. Santuario di Giunone Gabina
Gabii. Torre di Castiglione
Gabii. Torre di Castiglione

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