27 febbraio – venerdì

Ritratto di Herman Melville
Autore: Herman Melville
Creato il: 22/07/2010
Data Da: 01/01/1970
Data A: 01/01/1970
Pubblicato: Si
Licenza: Creative Commons License
Nazioni: Italy
: roma
Posti visitati: Terme di Caracalla, Cimitero protestante, Piramide di Cestio, Palazzo Farnese

27 febbraio - venerdì. - Ho cercato di pescare il console americano, Page o Jarves, ma sono andato a vuoto con tutti e tre. Sono andato alle Terme di Caracalla. Stupende. Massicce. Le rovine formano, per così dire, ponti naturali di migliaia di archi. Ci sono spazi erbosi e cespugli tra le rovine, che vengono su alti. Ho pensato a Shelley. Certo qui si alimentò la sua ispirazione. Corrisponde alla sua concezione drammatica, al suo stato d'animo. C'è ancora una maestosa, desolata grandezza. - Dopo una serie di disguidi e dopo un itinerario amaro, a causa della mancanza di una guida, sono riuscito a raggiungere il Cimitero protestante e la Piramide di Cestio, quasi incorporata nelle mura. Ho letto l'epitaffio di Keats. Un fossato lo separa dal cimitero vicino. Shelley è lì, in quell'altro cimitero. Una nuda pietra tombale. - (Sono arrivato da Caracalla alla tomba di Shelley per una naturale concatenazione). Di lì a Palazzo Cenci, attraverso il Ponte Sospeso, l'Isola Tiberina, il Teatro di Marcello (officine di fabbri tra gli archi  - neri di fuliggine e sudiciume, costruiti su ed abitati). Il Palazzo Orsini e il Ghetto. Un posto dall'aspetto tragico, in verità. Il grande arco digradante. Di lì al Palazzo Farnese. La più bella architettura fra tutti i palazzi privati. Qui c'erano un tempo l'Ercole Farnese e il Toro Farnese. Ora sono al Museo Borbonico di Napoli. Di lì al Ponte S. Angelo e a S. Pietro. Poi a cena e a letto. Ho osservato le sponde del Tevere all'altezza di Castel S. Angelo - Una visione fresca, fluente specie a fronte di questa fioritura di mattoni  - primevo come l'Ohio pur nel bel mezzo di tutte queste memorie delle età passate. 

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