Cappadocia: la valle di Ihlara
Date From: 2009-01-01
Date To: 2009-01-01
Published: Si
Released under: No
Nations: Turkey
Main place: ihlara
Visited Places: Goreme, Derinkuju, Guzelyurt
Keywords: tappeti
Ci siamo messi d'accordo con Sergio, l'autista di ieri, per accompagnarci con il pulmino lungo un itinerario di nostra scelta. Decidiamo di visitare la Valle di Ihlara, in una zona chiamata Peristrema. Per arrivarci sono più di cento chilometri e a un certo punto la nebbia si fa molto fitta, ma per fortuna poi il cielo si apre e rimane sereno per tutta la giornata.
Entriamo nel parco (ingresso 5 lire) e una guida non autorizzata di nome Hali ci accompagna per un'ora e mezzo. Ci dicono che è un po' scemo, ma in realtà è molto gentile. Ha una felpa, scarpe da ginnastica e niente guanti. Colpiscono gli occhi azzurri e due grosse orecchie a sventola. Scendiamo più di duecento gradini e ci troviamo a valle, lungo un fiume che costeggiamo e da cui di tanto in tanto ci allontaniamo per visitare delle splendide chiese rupestri, più o meno conservate.
Dopo un'ora e mezzo di passeggiata nella neve, raggiungiamo un paese molto pittoresco, Belisirma, nei pressi del quale pranziamo. Nel ristorante Aslan, c'è anche il forno e assistiamo alla lavorazione del pane. Il pranzo è ottimo ed economico: pane caldo, zuppa di lenticchie (meno male, è il primo dell'anno), yogurt fresco, insalata, trota e pollo in terrina al forno, tè alla mela e caffè turco.
Usciamo dal ristorante alle 14,30. Risaliamo il pulmino e percorriamo delle strade con dei panorami stupendi, lungo un altopiano completamente innevato.
Attraversiamo Guzelyurt, un insediamento abitato un tempo dai greci, sede del più bel monastero della Cappadocia. Proseguiamo per Derinkuju dove visitiamo una città sotterranea su otto livelli, utilizzata fin dai tempi antichi. Una guida locale ci fa vedere le stalle, la fonte battesimale, la chiesa, il frantoio, i lucernai... Mirella ha un attacco di panico perché è un po' claustrofobica, ma stringe i denti...
Al rientro a Göreme, andiamo nel negozio di tappeti del padre di Serge, situato in un vecchio han del primo diciottesimo secolo (Galerie Ikman
). L'attività è gestita dalla famiglia da più di tre generazioni. Nella struttura sono conservati più di 20.000 tappeti, vecchi e nuovi, provenienti da tutta l'Asia. Il proprietario ci dice che siamo i primi clienti del 2009. Acquistiamo un gijim e un kilim. La trattativa è abbastanza breve, ma comunque siamo contenti tutti quanti.
Ceniamo in albergo e terminiamo la serata giocando a carte.
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